Achille Perilli
Achille
Perilli
(Roma 1927). L’apprendistato artistico di Achille Perilli è legato alla figura del pittore Aldo Bandinelli e dei condiscepoli Dorazio e Guerrini. La formazione letteraria invece è da mettere in relazione alle figure di Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti, con i quali Perilli ebbe modo di studiare presso l’Università di Roma. A 18 anni fonda il Gruppo Arte Sociale (GAS) e le riviste «Ariele» e «La Fabbrica». Entra presto in relazione con Prampolini e Severini, mentre con Accardi, Consagra, Dorazio, ed altri redige il celebre Manifesto Forma1 col quale si rivendica la possibilità di conciliare il marxismo con il formalismo. Negli anni Cinquanta fonda e dirige, sempre insieme a Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria l’“Age d’or” la cui attività lo metterà presto in contatto con artisti come Burri, Capogrossi, e più tardi con Fontana, il quale lo invita a collaborare con la Triennale di Milano. La prima personale, presso la Strozzina di Firenze, è datata 1956. L’anno successivo fonda, insieme a Gastone Novelli la rivista «L’esperienza moderna», inizia a collaborare con altre testate come «La civiltà delle macchine» e «Arti Visive» e soprattutto con la Galleria La Tartaruga, dove viene allestita una Personale curata da Nello Ponente. Negli anni successivi La Tartaruga diventerà un vero e proprio polo di irraggiamento culturale, anche per la presenza di Cy Twombly e di una serie di poeti che costituiranno la futura neoavanguardia del Gruppo 63, come Pagliarani, Vivaldi e Giuliani. L’anno successivo è invitato ad esporre alla Biennale di Venezia e partecipa alle mostre di poesia visiva organizzate da J.C. Lambert a Düsseldorf e in Polonia. Negli anni seguenti l’arte di Perilli conosce una grande fortuna sia italiana che internazionale: espone a San Paolo, Città del Messico, New York, Buenos Aires, Baden Baden, Friburgo, Los Angeles, Parigi, Praga e numerose altre città nel mondo. Nel 1959 fonda con Luciano Cattania la casa editrice Grafica. Partecipa per altre due volte alla Biennale veneziana, nel 1962, con presentazione di Umbro Apollonio e nel 1968 con testo di Alfredo Giuliani. Nel 1964, grazie alla collaborazione con gli intellettuali del Gruppo 63, fonda a Roma la rivista «Grammatica» ed inizia ad occuparsi della realizzazione di scenografie e costumi per alcuni spettacoli teatrali legati, soprattutto all’ambito neoavanguardista (Teatro Gruppo 63, sala Scarlatti di Palermo, 1963; Mutazioni, Balletto su testo di Nanni Balestrini e musiche di Vittorio Fellegara, 1965; Grammatica non stop/teatro 12 con Nanni Balestrini, Libreria Feltrinelli di Roma, 1967). È attivo anche dal punto di vista teorico, con la stesura di saggi come Indagine sulla prospettiva e di Manifesti come il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio Immaginario o Teoria dell’irrazionale geometrico. Nel 1972 è tra i fondatori del Gruppo Altro/lavoro intercodice con il quale realizzerà una serie di mostre/spettacolo come Gesto (1973), Merz (1973), Zaum (1976), Abominable A (1979). Numerose e di grande importanza sono state le mostre antologiche e retrospettive sulla sua attività, tra esse merita menzionare almeno quella allestita nel 1982 presso il Palazzo dei Congressi di San Marino, con presentazione di Francesco Vincitorio e Giorgio Manganelli, ovvero Achille Perilli. L’irrazionale geometrico realizzata presso l’Art Center di Parigi nel 1984, e ancora quella del 1988 presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Relativamente alle collaborazioni editoriali si ricordano quelle con Carla Vasio (Il Pescatore di miti, edizioni de L’esperienza moderna, 1957; Le centodue parole, edizioni de L’esperienza moderna 1962); con Angelo Maria Ripellino (Non un giorno ma adesso, Grafica 1959; Un progetto di vita, Edizioni Linea Settanta, 1976); con J.C. Lambert (Le mur derrière le mur, con litografie sue e di Novelli, Sterpini e Boille, Edizioni de L’esperienza moderna, 1958; Theatrum sanitatis, Edizione Grafica 1960; Il parlar rotto, Grafica Romero 1972); con Alfredo Giuliani ed Elio Pagliarani (Che cosa si può dire, Edizioni de L’esperienza moderna 1963); con Guido Ballo (L’albero poeta, Galleria Schwarz 1966, assieme ad altri nove artisti); Pro avibus, con un testo di Diego Valeri e incisioni di Dorazio e Scialoja oltre che proprie (Studio Tipografico 1974); con Gabriella Drudi (Effigies tenuesque figurae, Edizioni Spatia 1981); con Aglauco Casadio (Enclave, L’Arco Edizioni d’Arte 1985); con Carlo Castellaneta, Carmi, Dorazio, Perilli e Turcato (La cometa di Halley, Edizioni Linea 70 1986). Nel 1991 Achille Perilli fonda la Librericciuola, con la quale si propone di realizzare 25 libri di poeti o artisti dediti ad altri codici comunicativi, come la fotografia o il collage, corredati da illustrazioni e serigrafie di suo pugno. Dal 1991 La Librericciuola pubblica libri in collaborazione con Lambert, Pagliarani, Giuliani, Mekonnen, Balestrini, De Antonis, Adonis, Jiri Kolar, Palau y Fabre, Gabriella Drudi, Sinisgalli, Vivaldi, Lacoue-Labarthe, Jaguer, Villa, Latour. L’interesse di Perilli per l’interazione tra il formato del libro e le arti figurative è testimoniato inoltre da alcune pubblicazioni in volume di incisioni, acqueforti o disegni, come Time capsule 6958 (edizioni de L’esperienza moderna, 1958) o Trasformazione dello spazio (Edizioni del Deposito, 1967). Tale interesse è pure documentato dal catalogo della mostra retrospettiva di opere su carta e di libri a tiratura limitata Achille Perilli. Le Carte e Libri 1946-1992, tenutasi per la prima volta presso la Calcografia Nazionale e all’Accademia di San Luca di Roma, e in seguito itinerante in Europa, a cura di Federica Di Castro. L’attività della Librericciuola, invece, è stata invece ripercorsa dalla Mostra Achille Perilli “La Librericciuola” e i distorti, Roma dicembre 1999-gennaio 2000, a cura di Francesco Moschini e Elisabetta Cristallini.
[Federico Fastelli]