Antonio Bueno
Antonio
Bueno
(Berlino, 21 luglio 1918 – Fiesole, 26 settembre 1984). Antonio Bueno nasce a Berlino, dove il padre Javier lavora come corrispondente del quotidiano «ABC» di Madrid; trascorre l’infanzia in Spagna, e si trasferisce poi con la famiglia a Ginevra (1925-1938), città nella quale compie gli studi liceali e frequenta l’Accademia di Belle Arti. Nel 1938 si trasferisce a Parigi, dove esordisce come pittore esponendo al Salon des Jeunes delle illustrazioni ispirate a Le vojage au bout de la nuit di F. Céline; due anni dopo è in Italia a Firenze, e nel 1942 espone, assieme a suo fratello Xavier, presso la galleria milanese Ranzini, in via Brera, con allestimento e catalogo a cura di Pietro Annigoni; la mostra fu replicata anche nel capoluogo toscano, con successo di pubblico e di vendite. Nel 1947 firma, assieme con il fratello Xavier e i pittori Pietro Annigoni e Gregorio Scilitan, il programma dei “Pittori Moderni della Realtà”, diffuso in occasione della loro prima mostra ufficiale, tenutasi a Milano, alla galleria de L'Illustrazione Italiana, nel novembre di quello stesso anno. Fra il 1947 e il 1949 (anno di scioglimento) il gruppo allestì in tutto cinque mostre e gradualmente si allargò sino a raggiungere la cifra massima di diciannove membri. Negli anni Cinquanta, Bueno collabora alla rivista d’arte astratta «Numero» di Firenze, della quale diviene anche segretario di redazione. La rivista e la galleria – dirette da Fiamma Vigo - furono un punto d'incontro di molti artisti come Bertini, Pomodoro, Vedova, Capogrossi, nonché di poeti come Edoardo Sanguineti, che, giovanissimo, pubblica le prime poesie di Laborintus proprio su «Numero». Nel 1953, inoltre, Sanguineti inaugura con una presentazione la mostra di Bueno alla Bussola di Torino; prima tappa, questa, di un sodalizio intellettuale che si protrae negli anni, con presentazioni di mostre, saggi critici e collaborazioni editoriali, tra cui vale la pena ricordare almeno gli interventi La dialettica osmosi di Antonio Bueno (Galleria Il Quadrante 1963), Antonio Bueno (Galleria Numero 1964), Grafica di Antonio Bueno (Galleria La Caragaba 1964), l’Introduzione al Catalogo Antonio Bueno. Opere dal 1956 al 1966, a cura di Massimo di Volo (Edizioni d’Arte Santa Croce 1966) e il saggio Antonio Bueno compreso nel volume omonimo pubblicato da l’Indiano nel 1970, oltre all’importante monografia curata da Sanguineti nel 1974 (Antonio Bueno, Feltrinelli 1974). Si segnalano poi alcune poesie espressamente dedicate al pittore, come Cinque semisonetti, attualmente compresi ne Il gatto lupesco (Feltrinelli 2002) e, a testimonianza dello stretto rapporto intellettuale e artistico, l’interessante carteggio intercorso tra i due, parzialmente edito da Tommaso Lisa nel suo Pretesti efrastici. Edoardo Sanguineti e alcuni artisti italiani (Firenze Univerity Press 2004). Nel corso degli anni Cinquanta Bueno prosegue la sua attività espositiva, sia in Italia - nel ‘56 partecipa alla Biennale di Venezia con tre composizioni di pipe di gesso, gusci d’avorio e gomitoli di spago – che negli Stati Uniti, dove si reca nel’58. Nel 1961 fa parte dell’équipe di Quadrante, in quest’ambito propone alla Strozzina di Firenze – assieme a Silvio Loffredo e Alberto Moretti – la prima mostra italiana di “Nuova Figurazione”, esperienza poi replicata l’anno seguente con la mostra internazionale “La Nuova Figurazione” tenutasi a Palazzo Strozzi. In questo periodo entra in contatto con Lamberto Pignotti e Giuseppe Chiari, partecipando – con gli artisti di “Nuova Figurazione” - al convegno Arte e comunicazione, promosso dagli stessi Pignotti, Chiari e Miccini (Firenze, Forte Belvedere, 24-26 maggio 1963). Espone nella mostra Tecnologica allestita alla galleria Quadrante da Pignotti e Chiari nel dicembre dello stesso anno, e nel 1964 partecipa con Homo technologicus alla mostra di poesia visiva organizzata dal Gruppo 70 in occasione del secondo convegno del Gruppo 63, a Reggio Emilia (nel 1965 l’opera è presentata anche alla Libreria Guida di Napoli). Inaugura così un tipo di pittura che egli stesso definisce come «pittura-spettacolo», basata cioè sulla interazione tra pittura, musica e poesia all’interno di una stessa opera. Su questa linea intermediale si colloca anche la mostra Luna park, organizzata dal Gruppo 70 alla Galleria La Vigna Nuova di Firenze nel 1965 (poi ripetuta nel giugno 1966 a Venezia in Cà Giustiniani); Bueno vi partecipa con Preistoria contemporanea, “pittura-spettacolo”, per la quale realizza le sagome in legno dei personaggi, con fumetti di Pignotti e musiche di Chiari e Bussotti. Risalgono a questo periodo opere con una forte valenza interdisciplinare, che – in linea con l’operazione promossa dal Gruppo 70 – prevedono l’impiego di più linguaggi come ad esempio il fumetto; tra di esse si ricordano: Possibili liaisons dangereuses, 1964; Due donne con fumetto, 1964; Contro il logorio dell’avanguardia moderna, 1965; sempre nel ’65, poi, espone alla Galleria Numero di Venezia dei quadri-fumetto realizzati con Emilio Isgrò. Di fondamentale importanza è inoltre il rapporto con la musica, che diviene un tema portante di questi anni, in opere come Omaggio a Sylvano Bussotti (1967), Grande concerto bianco (1967), Concertino a rilievo (1968) e Canzone folk (1968). Compie esperienze di “audiopittura”, eseguite con la macchina da scrivere, partecipa all’happening Poesie e no (1965-1966), espone alla Carabaga di Genova, partecipa alla mostra Atti impuri organizzata dal Gruppo 70 a Pechino e presenta assieme a Miccini il catalogo dedicato a Franco Lastraioli pubblicato dalle Edizioni 70. Sempre nel ’66 è tra gli ideatori del Premio Fata, un “antipremio” letterario nato in parodistica contrapposizione al Premio Strega, promosso da A. Arbasino, E. Baj, N. Balestrini, C. Cederna, G. Drofles, U. Eco, M. Eller, E. Flaiano, S. Frosali, S. Loffredo, L. Castellano, G. Manganelli, E. Miccini, B. Munari, L. Pignotti, E. Sanguineti, G. Vicari. Si segnala a questo proposito l’opera Figura Bionda del 1966, un pastello realizzato su carta intestata del Premio Fata. Nel 1967 è invitato al Fifth Annual New York Avant-Garde Festival, promosso dal gruppo di artisti internazionali che si riconoscono nel progetto Fluxus; è proprio in conseguenza di quest’esperienza che, nel 1967, realizza con Edoardo Sanguineti l’azione-spettacolo Musica Humana, presentata presso la XXXIV Biennale d’Arte (il testo è ora compreso in E. Sanguineti, Fuori catalogo). Tra il ’68-’69 si consuma il distacco dall’avanguardia, annunciato con una lettera a Sergio Salvi (nella quale si definisce pittore di “neoretroguardia”), e poi sancito dalla Mostra neopassatista – presentata da Lucien Goldman e da Bernard Pingaud - alla Galleria G30 di Parigi, da lui stesso fondata nel 1966 con Loffredo. In quell’occasione espone il quadro Il pompiere e la modella che ben evidenzia – sin dal titolo – l’intento di spengere i furori avanguardistici. Gli ultimi quindici anni della vita di Bueno sono interamente giocati all’insegna della pittura e dell’approfondimento di tutte le passate esperienze figurative e di composizione, con importanti mostre in Italia e all’estero. Nel 1972 è professore alla Università Internazionale d’Arte a Firenze. Cura l’introduzione a Ovverosia dell’imprevedibile di Giusi Coppini, pubblicato nel 1973 come supplemento della rivista «Tèchne», diretta da E. Miccini; l’anno seguente realizza le scene e i costumi per il balletto Pupazzetti di Alfredo Casella per il Teatro Comunale di Firenze. Nel 1977 fonda e dirige la rivista d’arte «Visual» con l’aiuto di Eugenio Miccini e di molti ex appartenenti al Gruppo 70. Inizia il ciclo dei D’après – presentati in varie mostre italiane - che ripropongono in chiave ironica i capolavori del passato, dalla Gioconda a Tiziano, Picasso, Seraut e Ingres. Nel maggio-giugno 1981 è organizzata, con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana, una grande antologica che inaugura la nuova sede espositiva d’arte contemporanea a Palazzo Strozzi. Nel 1984 la XL Biennale di Venezia gli dedica una sala retrospettiva; dieci anni dopo, nel luglio-ottobre 1994, viene approntata una grande mostra antologica con più di cento dipinti al Palazzo Challand, nello spazio del Museo Archeologico di Aosta, mentre, nell’autunno dello stesso anno, la mostra viene trasferita nella sede della Fondazione Bandera per l’Arte a Busto Arsizio. In quell’occasione viene presentato il primo volume del Catalogo Generale delle opere di Antonio Bueno (1936-1984), testi di Paolo Levi e Tommaso Bueno, Milano, G. Mondadori, 1994, seguito nel 2006 dal Secondo volume (1935-1984), a cura di Philippe Daverio, Milano, G. Mondadori, cui si rimanda per maggiori informazioni sul pittore; a tale proposito si segnala inoltre il sito web dedicato all’artista: http://www.antoniobueno.it
[Federico Fastelli e Teresa Spignoli]