Arnoldo Ciarrocchi
Arnoldo
Ciarrocchi
Arnoldo Ciarrocchi (Civitanova Marche, 9 dicembre 1916 – Civitanova Marche, 1 ottobre 2004) nasce nel 1916 a Civitanova Marche. Nel 1929 si iscrive alla Regia Scuola Industriale “Filippo Corridoni” e nel 1932 frequenta a Urbino la Scuola del Libro, diretta da Ettore di Giorgio. Nello stesso anno disegna il fregio di copertina per i Quattro libri di lettura di Leone Tolstoj (Treves 1932), realizza una xilografia per il volumetto Il bacio (Ciarrocchi 1932) e due xilografie per arricchire un libro pubblicato da suo padre Aurelio, L’acquedotto di Citanò (Ciarocchi 1932). Nel 1934 tiene la sua prima esposizioni di acqueforti, eseguite per una novella di Marino Moretti, a Torino alla Mostra Nazionale per l’illustrazione del libro. Nel 1936 partecipa ai Littorali della Cultura dell’Arte con un dipinto che dà il titolo alla manifestazione, “Celebrazioni della festa della madre e del fanciullo nel primo anniversario della fondazione dell’impero”, inoltre si reca a Venezia per visitare la XX Biennale Internazionale d’Arte. Nel 1937 partecipa alla Mostra dei Littorali dell’Arte a Roma, esponendo tre grandi acqueforti che illustrano il XXII canto dell’Inferno di Dante, e poco dopo si traferisce nella capitale per iscriversi all’Accademia delle Belle Arti, dove incontra Raffaella Magliola, Dario Cecchi e Pietro Cascella. Nel 1938 l’artista Mino Maccari gli dedica un articolo sul n.5 della rivista “Il Selvaggio”, oltre a pubblicargli un’illustrazione eseguita per un’opera di Pirandello, Questa sera si recita a soggetto. Nel 1939 viene nominato sottocapo-tecnico alla Calcografia Nazionale di Roma, dove rimarrà fino al 1955. Nel 1941 viene chiamato alle armi per il servizio di leva presso il VII reggimento Genio di Firenze, e nel capoluogo toscano incontra Sebastiano Timpanaro, con il quale frequenta i concerti al Comunale, mentre l’anno successivo viene trasferito all’VII reggimento Genio di Pescia, dove conosce Lamberto Vitali. Nel 1943, in seguito all’armistizio, rientra a Roma e riprende il suo lavoro in calcografia, l’anno successivo invece espone un gruppo di disegni insieme ad artisti come Afro, Carrà, Casorati, De Chirico, De Pisis, Maccari, Mafai, Manzù, Scialoja e Viviani. Nel 1946 illustra il romanzo a puntate di Don Carlos, Un errore di laboratorio, pubblicato sul n.7 del settimanale “Intervallo”, inoltre a Bologna espone alcuni dipinti alla Galleria d’Arte La Cupola, presentati in catalogo da Toti Scialoja, che ha scelto personalmente le opere. Nel 1948 avvia la collaborazione con “La Fiera Letteraria” occupandosi della rubrica “Le Belle Arti”, dove scrive la sua prima recensione dedicata al lavoro di Maccari. Nel 1951 espone 100 acqueforti alla Galleria Vigna Nuova di Firenze e altri lavori al Salone Comunale delle Mostre di Reggio Emilia, dove la giuria, composta da Carlo Carrà, Felice Casorati, Mino Maccari, Giorgio Morandi e Giuseppe Viviani, gli assegna uno dei dieci premi indivisibili di 20.000 lire ciascuno. Nel 1956 viene chiamato a insegnare tecniche dell’incisione nell’Accademia di Belle Arti di Palermo, e l’anno successivo vince a Frosinone il Premio Nazionale di Pittura. Nel 1959 viene trasferito definitivamente a Napoli, dove gli viene assegnata la cattedra di Incisione all’Accademia di Belle Arti. Nel 1969 inaugura con un’acquaforte il “Gruppo Amici della Grafica”, costituito in senato da Giacomo di Raimo e altri funzionari, su suggerimento di Carlo Levi. Nel 1983 viene nominato socio corrispondente dell’insigne Accademia Pontificia dei Virtuosi al Pantheon, inoltre prepara un Linoleum per il frontespizio del volume di poesie di Mario Ranelli, Momento equinoziale (Seledizioni 1983). Nel 1992 alla XLII rassegna G.B. Salvi espone il dipinto Marinella e la giuria, composta da Pietro Zampetti, Silvia Coppini e Stefano Troiani, gli assegna il Premio Acquisto per la Pittura di 500.000 lire; inoltre illustra il n.444 dei libretti di Mal’Aria con una poesia di Aglauco Casadio. Nel 1993 insieme a Valerio Volpini interviene al dibattito su “Mino Maccari e la cultura italiana” che si tiene a Palazzo Petrangolini in occasione della mostra del maestro senese, mentre l’anno seguente partecipa alla mostra romana “19 Poeti e il Viaggio. 11 Pittori e il Viaggio”, che propone l’incontro tra pittura e poesia, nella quale sono presenti opere di artisti come Fausto Luzi, Sandro Pazzi, Antonio Rizzo, Guido Strazza, e opere di poeti come Attilio Bertolucci, Piero Bigongiari, Giorgio Caproni, Franco Fortini e Mario Luzi. Nel 1997 espone a Gubbio nel Palazzo dei Consoli l’acquaforte “Ritratto di Mario Luzi”, composta nel 1994 e quattro ritratti di Luciano Sampaoli. Nel 2001 esegue quattro acqueforti, tirante in 70 esemplari, per illustrare quattro poesie di William Butler Yeats tradotte da Eugenio Montale e raccolte nel volume Dopo un lungo silenzio (Edizioni de il Tavolo Rosso 2001). Nel 2004 l’Associazione Culturale Centofiorini gli dedica la mostra “Arnoldo Ciarrocchi. Un inno alla bellezza in bianco e nero”, nella quale vengono esposte le incisioni più apprezzate dall’artista. Per quanto riguarda la collaborazione editoriale con gli scrittori, Ciarrocchi ha realizzato numerosi libri d’artista, fra i quali ricordiamo quelli con Mario Luciani (Bruscolini, Laterza 1950); con Mario Rivosecchi (Pietra e Colore, Bardi 1954); con Ermanno Mori (Le tavolette votive italiane, Edizioni Doretti 1960); con Valerio Volpini (Fotoricordo e pagine marchigiane, Edizioni L’Astrogallo 1973); con Mario Luzi (Una poesia di Mario Luzi, Edizioni dell’Asola 1988); con Eugenio De Signoribus (Ariette occidentali, Grafiche Fioroni 1996). Si segnala inoltre un’acquaforte inedita realizzata nel 1991 per il volumetto La rosa di Pesto (Edizioni della Cometa 1991) di Giuseppe Ungaretti.