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Emilio Isgrò


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Isgrò

Emilio Isgrò nasce a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel 1937 e si trasferisce a Milano nel 1956, anno in cui pubblica la raccolta poetica Fiere del Sud per le Edizioni Arturo Schwarz. Nel capoluogo lombardo, si iscrive alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica, ma frequenta le lezioni di teatro di Mario Apollonio. Entra a far parte della redazione della rivista «La Parrucca», dove conosce Giuliano Gramigna, Goffredo Parise, Alberto Arbasino. In questo periodo, inoltre, frequenta scrittori e poeti come Elio Vittorini, Vittorio Sereni, Luciano Erba, Franco Fortini, Giovanni Giudici, Elio Pagliarani, Ottiero Ottieri. Successivamente si trasferisce a Venezia come responsabile della terza pagina e dei supplementi culturali del «Gazzettino». Nella città conosce Eugenio Montale, e frequenta Giovanni Comisso, Diego Valeri, Andrea Zanzotto ed Ezra Pound. Nel 1964 realizza le prime Cancellature, enciclopedie e libri completamente cancellati, con i quali contribuisce alla nascita e agli sviluppi della Poesia Visiva e dell’Arte Concettuale. In questo periodo si avvicina al Gruppo 70, e partecipa nel 1965 allo spettacolo Poesie e no. Pubblica Uomini & Donne nelle edizioni Sampietro, ed è presente con quattro composizioni nell’antologia Poesie visive a cura di Lamberto Pignotti (Bologna, Sampietro, 1965); in occasione del terzo convegno del Gruppo 63 (Palermo, 1965) viene inoltre proiettata l’opera Volkswagen, del 1964. Nel 1966, su invito di Feltrinelli, organizza con Sampietro una grande collettiva di poeti visivi alla Libreria Feltrinelli di Milano, ma già l’anno successivo, con il testo teorico Dichiarazione I (letto al Congresso Internazionale di poesia d’Abbazia, e poi pubblicato nel catalogo Emilio Isgrò. Poesie visive, Venezia, Galleria d’arte Il Traghetto, 14-26 giugno 1966) prende le distanze dalla “poesia tecnologica” del gruppo fiorentino, «formulando la necessità di una poesia visiva come “arte generale del segno”». Prosegue nel frattempo la sua attività di “poeta lineare”, con la pubblicazione del volume L’età della ginnastica, per i tipi di Mondadori, che raggruppa le raccolte poetiche precedenti; ad esso si aggiungeranno negli anni, romanzi (Marta de Rogatiis Johnson, Feltrinelli 1977, recensito da Paolo Volponi; Polifemo, Mondadori 1989; L’asta delle ceneri, Camunia 1994) e poesie (Oratorio dei ladri, Mondadori 1996). A ciò si affianca la pubblicazione di libri d’artista, come il Cristo cancellatore, edito in 4 volumetti dalle Edizioni Apollinaire nel 1968 e L’avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini, pubblicato nel 1975 per i tipi de Il Formichiere, e ironicamente candidato al Premio Strega. In quest’ambito si collocano anche gli interventi su libri ed enciclopedie, con la tecnica delle cancellature, di cui costituisce un esempio rilevante l’Enciclopedia Treccani cancellata, esposta nel 1970 alla Galleria Schwarz e poi presentata all’interno della sezione Il libro come luogo di ricerca della XXXVI Biennale di Venezia del 1972.

La sua prolifica e multiforme attività artistica, che comprende anche performance e spettacoli teatrali, è ampiamente documentata dal catalogo Emilio Isgrò: Modello Italia 2013-1964, a cura di Angelandreina Rorro e Beatrice Benedetti, Milano, Electa, 2013, nonché dall’ormai storico catalogo: Dichiaro di essere Emilio Isgrò, a cura di Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva, Prato, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, 2007.

Si segnala inoltre il sito dell'Archivio Emilio Isgrò con sede a Milano.

[Teresa Spignoli]