Federica Galli
Federica
Galli
Federica Galli (Soresina, 15 agosto 1932 – Milano, 6 febbraio 2009) frequenta il liceo artistico a Milano, per poi proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Carrà e di De Amicis, conseguendo il diploma nel 1954. Durante questo periodo compie numerosi viaggi in Italia, studiando in particolare l’arte del rinascimento. Nel 1954 realizza la sua prima acquaforte non scolastica dal titolo “Il paese dell’Albereta”, e intanto incomincia a lavorare part-time presso vari studi di architettura, guadagnando quel tanto da potere vivere e dipingere. Nel 1956 compra un piccolo torchio usato, che può stampare solo acqueforti di misure inferiori ai 160 mm, e nel frattempo viaggia ad Amsterdam, Rotterdam e Leida per vedere le mostre del 350° anniversario della nascita di Rembrandt, artista che avrà una grande importanza nella sua formazione. Nel 1958 conosce Luciano Prada, il primo collezionista ad acquistare una sua acquaforte, e nello stesso anno tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Il Prisma di Milano, dove espone oli, acquarelli e acqueforti. L’anno successivo a Cremona tiene la seconda personale, mentre nel 1960 allestisce una rassegna di sole acqueforti alla Galleria La Colonna di Milano, città dove comincerà a esporre regolarmente fino al 2003. Nel 1962, per studiare la scultura arcaica e classica, fa un lungo soggiorno in Grecia come ospite dell’Accademia di Belle Arti di Atene. Nel 1963 abbandona definitivamente la pittura per dedicarsi completamente alla tecnica dell’acquaforte, inoltre nello stesso anno acquista un torchio calcografico professionale. Tra il 1963 e il 1967 distrugge o lascia incomplete parecchie sue opere. Nel 1965 esce il primo libro sul suo lavoro di artista, Gli alberi di Federica Galli (Edizioni Salvatore Sciascia 1965), curato da Antonio Uccello. Nel 1968, con l’acquaforte “Grande albero a villa Carlotta”, ottiene il primo premio alla mostra internazionale di grafica a Como, e nel 1969 allestisce le prime mostre personali all’estero, prima al Cairo e poi al Museo di Belle Arti di Alessandria, dove vengono esposti i pastelli eseguiti in Egitto e quaranta acqueforti. Nel 1971 esce la cartella Addio Milano Bella (Edizioni L’acquaforte 1971), con scritti di Piero Gadda Conti, Giuliano Gramigna, Alberto Sala e Dino Buzzati, il quale scrive per l’amica artista il suo ultimo racconto. Nel 1972 Federica Galli si reca in Sicilia e realizza l’incisione “Paese siciliano”, la cui prima copia viene acquistata da Leonardo Sciascia, inoltre viaggia in Messico e in Guatemala dove incide tre lastre, e a New York ne esegue altre due. A metà degli anni ’70 incontra Giovanni Testori, il quale dedicherà un saggio al suo lavoro di artista intitolato Itinerario di Federica Galli (Compagnia del Disegno 1980). Altri incontri significativi per la formazione artistica e culturale di Federica Galli avvenuti in quegli anni sono quelli con Marco Valsecchi, Dino Buzzati, Leonardo Sciascia, Renzo Zorzi, Giorgio Soavi, Gina Logori e Giovanni Raimondi, suo futuro marito. Nel 1982 tiene mostre personali in contemporanea a Milano e a Parigi, dove il presidente Mitterrand visita in privato l’esposizione acquistando per la sua collezione personale l’acquaforte “Divieto di caccia”. Nel 1983 dà avvio al ciclo di incisioni su Venezia, che la terrà impegnata per quasi cinque anni. Nel 1987 allestisce una mostra intitolata “Trentanove vedute di Venezia” presso la Fondazione Giorgio Gini, all’isola di San Giorgio di Venezia, e successivamente tiene altre due mostre, una al Museo Civico di Palazzo Te a Mantova e un’altra all’Accademia di Firenze. Sempre nello stesso anno Carlo Bo presta particolare attenzione al suo lavoro di artista, e le dedica il volume critico Le cascine di Federica Galli (Edizioni Compagnia del Disegno 1987). Nel 1990 il comune di Milano le dedica una mostra antologica al Castello Sforzesco, dove vengono esposte 182 acqueforti scelte da un comitato scientifico composto da Gian Alberto dell’Acqua, Harry Salomon e Giovanni Testori. Nel 1991 Federica Galli esegue l’acquaforte “Il giardino del Museo Poldi Pezzoli”, la cui cartella viene presentata da Giovanni Testori. Dal 1990 al 1992 torna sul tema delle cascine e incide una serie di grandi acqueforti che saranno esposte a Milano alla Galleria Compagnia del Disegno. Nello stesso anno, per un’iniziativa culturale delle ambasciate italiane, organizza una mostra itinerante, composta da settanta opere, comprese le vedute veneziane, negli Istituti Italiani di Cultura di Singapore, Bangkok, Seoul, Kuala Lumpur. Nel 1994 decide di iniziare un ciclo sugli alberi monumentali d’Italia, e sempre nello stesso anno partecipa, in collaborazione con gli artisti Agostino Bonalumi, Piero Dorazio, Piero Guccione, Riccardo Licata, Mimmo Paladino, Walter Valentini, Enrico Castellani, Giuseppe Maraniello, Toti Scialoja, Emilio Vedova e Giuseppe Zigaina, alla realizzazione del libro d’artista Vola alta parola, inoltre sceglie di donare alla città di Milano tutte le acqueforti da lei fino a qui realizzate. Nel 1998 conclude il ciclo degli alberi monumentali con tre acqueforti incise in Sicilia, inoltre tiene una mostra antologica a Palazzo Salmatoris a Cherasco e per il 650° anniversario del completamento della costruzione dell’Abbazia di Viboldone incide un’acquaforte, presentata in una cartella da Carlo Bo, Gian Alberto dell’Acqua e Aldo Gasparini. Nel 2003 espone ottanta opere a Legnano, presso il Palazzo Leone de Perego, inoltre esce il “Catalogo generale” delle sue opere a cura di Marco Fragonara (Edizioni Bellinzona 2003). Nel 2006 incide in plein air nella proprietà di Carlo Dossi, nella Cascina Forestina, eseguendo sei acqueforti. Nel 2007 dona le “Trentanove vedute di Venezia” alla città di Legnano che la nomina cittadina onoraria, e nel 2008 tiene a Monza la sua ultima mostra antologica.