Giuseppe Ajmone
Giuseppe
Ajmone
(Carpugnano Sesia, Novara 1923- Romagnano Sesia, Novara 2005). Giuseppe Ajmone si forma all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha come maestri Achille Funi e Carlo Carrà. Qui conosce, tra gli altri, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Alfredo Chighine e Cesare Peverelli, che frequenta nel difficile periodo bellico e nell'immediato dopoguerra. Nel 1943 partecipa alla Mostra del disegno italiano organizzata dalla Galleria Cairola di Milano. Fonda a Novara con alcuni amici la rivista «Numero» (1944), che dal 1946, con il trasferimento a Milano, prenderà il titolo di «Pittura». E' proprio in questa sede che nel marzo 1946 è pubblicato il “Manifesto del Realismo”, noto anche come “Oltre Guernica”, a firma dello stesso Ajmone, Bergolli, Bonfante, Dova, Morlotti, Paganin, Peverelli, Tavernari, Testori e Vedova. L'anno successivo inizia una collaborazione con Einaudi che gli permette di entrare in contatto con la redazione del «Politecnico» e contemporaneamente stringe amicizia con Cesare Pavese, di cui nel 1947 illustra con sei acqueforti il libro Lavorare stanca; due anni dopo realizza altrettante acqueforti per l'Infinito di Leopardi (Sei Incisioni, Edizioni del Sagittario). Nel 1948 viene invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia e allestisce a Novara la sua prima personale. L'anno successivo espone alla Mostra di Pittura Italiana Moderna presso la Galleria Pittura di Milano, il cui catalogo presenta un'introduzione di Salvatore Quasimodo. Nel 1951 vince il premio Senatore Borletti e la sua opera si afferma sulla scena artistica nazionale e internazionale. Tre anni più tardi apre uno studio, in via Sant'Agnese a Milano, che diviene presto il punto di incontro di critici e scrittori, come Alfonso Gatto, Elio Vittorini, Enrico Emanuelli. Nel 1960 diventa redattore della rivista «Quaderni Milanesi», diretta da Oreste del Buono, Domenico Porzio e Tommaso Gilio. In questo periodo si dedica anche alla grafica: illustra, in collaborazione con altri pittori, Le strade: cantata inedita di Raffaele Carrieri (Moneta 1959), collabora all'edizione del volume Il saggio mago e altri racconti di Anna Frank, con prefazione di Francesco Flora (Cappelli 1960) e correda con quattro litografie 34 poesie inedite di Antonino Uccello (Edizioni Vetrina di Poesia ed Arte 1962). Nel 1963 partecipa con altri artisti alla realizzazione del volume Uomo del mio tempo: lirica di Salvatore Quasimodo (Edizioni Verona) e Cinquanta incisioni di artisti italiani, con un'introduzione di Marco Valsecchi (Prandi). Alla fine del decennio riduce l'attività pittorica a favore di quella litografica: pubblica le cartelle di litografie Fogli d'album (Spirale 1970) e Sei nudi: litografie (Aux deux amis 1977), correda con una litografia il volume Immagine di un'altra Lombardia di Pepi Merisio, con un racconto di Piero Chiara (Dalmine 1974), illustra Eremita a Parigi di Italo Calvino (Pantarei 1974) e, più tardi, Inventario galante, cinque litografie per una poesia di Antonio Machado, con prefazione di Pier Carlo Santini (Edizione infolio Istituto geografico De Agostini 1980). In collaborazione con altri artisti, realizza le illustrazioni de L'Orlando Furioso (La Spirale 1979) e di Amorevole: versi scabrosi a futura memoria di Giorgio Seveso, con una nota di Vivian Lamarque (L'incisione 1987). Una sua incisione originale accompagna I nomi di Giorgio Zampa (Severgnini 1985) e realizza il volume Omaggio a Balzac (La Sprirale 1988).
Per ulteriori informazioni biobliografiche si rimanda al catalogo Ajmone: opere scelte, 1943-1997, a cura di Marco Rosci, Mazzotta, Milano, 1997.
[Sandra Zinone]