Joe Tilson
Joe
Tilson
Joe Tilson (Londra 1928) si forma al Royal College of Art di Londra sotto la guida di Kitaj, Peter Blake, Allen Jones e David Hockney. Nel 1955, dopo aver vinto il Premio Roma, si trasferisce nella capitale, dove inizia a lavorare. In Italia conosce Joslyn Morton, sua futura moglie, che studia con Marino Marini all’Accademia di Brera a Milano. Tilson tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Malborough di Londra nel 1962, mentre nel 1964 viene invitato XXXII Biennale di Venezia, dove s’impone a livello internazionale il movimento della Pop Art e dove lui stesso consegue i primi importanti riconoscimenti. Negli anni successivi la sua ricerca grafico-pittorica mostra un particolare interesse per le discipline legate all’antropologia, con la contaminazione di archetipi, simboli e forme dei linguaggi contemporanei. Numerose le rassegne e le mostre internazionali che lo vedono protagonista in tutto il mondo: nel 2002 espone alla Royal Accademy di Londra; l’anno successivo al Museum of Fine Arts, a Dallas e a Siena; seguono altre importanti esposizioni alla Tate Gallery di Londra, alla Galleria Civica di Modena e a Bilbao. In Italia la sua attività artistica viene più volte presentata dalla galleria Giò Marconi di Milano. Nel campo dell’editoria d’arte e della collaborazione con i poeti si ricordano: Ghiannis Ritsos, Persefone, traduzione italiana di Nicola Crocetti, con due xilografie di Joe Tilson (Edizioni Ampersand 1990); Roberto Sanesi, Otto poesie. 1949-2001, versione di Alex Martin, litografie e acqueforti di Joe Tilson (Giorgio Upiglio 2004); e le due importanti collaborazioni con Andrea Zanzotto, Circhi & Cene/ Circuses and Suppers (Plain Wrapper Press 1979) e Il vero tema (Cento Amici del Libro 2011), che testimoniano la lunga amicizia fra l’artista e il poeta.
Per un approfondimento sull’opera di Joe Tilson si rimanda alla consultazione del volume Tilson: the printed works, 1963 – 2009, edited by Enzo Di Martino, preface byi P. Rylands, texts by A. Cristea, E. Di Martino, Venezia, Papiro Arte, 2009.
[Marco Corsi]