Lucio Del Pezzo
Lucio
Del Pezzo
(Napoli, 1933) La carriera artistica di Lucio Del Pezzo è legata anzitutto alla fondazione insieme a Guido Biasi, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, Luca (Luigi Castellano) e Mario Persico, del Gruppo 58 (Napoli, 1958), di ispirazione nuclearista e per molti versi vicino al gruppo milanese capeggiato da Enrico Baj. Il sodalizio tra Del Pezzo e gli altri artisti porterà alla stesura dell’importante Manifeste de Naples (1959) con il quale il Gruppo prende formalmente le distanze dall’astrattismo, riconsiderando il termine entro l’àmbito delle idee e non delle forme dell’arte («L’astrazione non è arte ma solo concetto filosofico e convenzionale. L’arte non è astratta benché vi possa essere una concezione astratta dell’arte»). Col Gruppo 58, Del Pezzo dà vita alla rivista «Documento Sud», diretta da Luca (Luigi Castellano), ed entra così in contatto con il poeta Edoardo Sanguineti, con il quale inizierà un proficuo sodalizio artistico, collaborando alla realizzazione di alcuni libri d’arte come Nelle cose stesse (Edizioni del Deposito, 1967), Decalogo (Studio Marconi, 1978), e l’edizione illustrata della Batracomiomachia di Giacomo Leopardi (Cassa di Risparmio di Macerata 1988). Lo stesso Sanguineti dedicherà nel corso degli anni alcuni interventi critici relativamente al lavoro di Del Pezzo, come il testo per il catalogo della mostra tenuta a Genova presso la Galleria La Polena nel 1963, ovvero, curando l’esposizione, alcuni anni dopo, della personale di Del Pezzo tenuta presso la Torre del Lebbroso di Aosta nel 1989 (Lucio Del Pezzo. Spedizione notturna, Fabbri Editori 1989). Dopo l’esperienza con l’avanguardia napoletana, Del Pezzo si trasferisce a Milano, dove inizia a collaborare con alcuni architetti per l’allestimento di spazi, e approfondisce il suo rapporto con l’incisione e la litografia. Dal 1964 è a Parigi dove si dedica alla scultura all’aperto. Nello stesso anno tiene la sua prima personale presso la Galleria Schwarz e realizza, insieme a Baj e a Fontana, Labirinto del tempo libero per la XIII Triennale di Milano. Nel 1966 espone presso la XXXIII Biennale di Venezia. A partire dalla metà degli anni Sessanta, importanti mostre sull’opera di Del Pezzo si sono tenute in tutto il mondo: da Parigi a Stoccolma, da Tokio a moltissime città di Italia. Sul fronte delle collaborazioni editoriali, oltre il già ricordato sodalizio con Sanguineti, si devono ricordare almeno le pubblicazioni con Roberto Sanesi (Esperimenti sul metodo, Le rame 1967; La bottega del vetraio, Galleria Rizzardi 1979; Techne, Severgnini 1983; Il primo giorno di primavera, Colophon 1999); con Cesare Vivaldi (La casa metafisica, 1965); con Evelina Schatz (Samarcanda o delle cerimonie, 1986).
[Federico Fastelli]