Max Huber
Max
Huber
Max Huber (Baar 1919 – Mendrisio 1992, Svizzera) è stato un grafico e designer svizzero che ha lavorato principalmente in Italia. Si forma alla Kunstgewebeschule di Zurigo e comincia il suo apprendistato presso un’agenzia pubblicitaria. Nel 1939 è collaboratore dell’industria grafica Conzett & Huber. Dopo il servizio militare, nel 1940 si trasferisce in Italia, dove viene assunto dallo studio Boggeri, presso il quale lavorano anche Luigi Veronesi, Bruno Munari e Albe Steiner. Nel frattempo frequenta i corsi serali all’Accademia di Brera. Quindi torna in Svizzera, dove collabora come grafico per la rivista «Du» e diventa membro dell’Allianz, l’associazione degli artisti moderni svizzeri. La prima esposizione risale al 1942 al Kunsthaus di Zurigo. Finita la guerra, nel 1945 Huber torna a Milano, dove conosce architetti e intellettuali, tra cui Elio Vittorini, Franco Fortini, Luigi Einaudi. Quest’ultimo gli affida l’incarico di curatore per tutta la parte grafica della sua casa editrice. Nel 1946 è a Torino, dove incontra Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Massimo Mila. Nello stesso anno è insegnante di lettering e grafica alla scuola della Rinascita, esperienza didattica che si ripeterà negli anni successiva in altre scuole milanesi (all’Umanitaria e alla Scuola Politecnica di Design). Con Steiner progetta il marchio per la VIII Triennale di Milano. Partecipa al gruppo “L’Altana” di Bombelli e Crippa. Nel 1948 realizza varie scenografie (e.g. per il festival internazionale di Musica contemporanea a Venezia) e manifesti (e.g. per le gare automobilistiche di Monza). Diventa quindi membro del MAC (Movimento Arte Concreta), ancora con Bombelli e con Dorfles, Munari, Soldati e altri, con i quali partecipa a varie mostre. Collabora poi a riviste di sport e architettura e a copertine di libri, cataloghi, opuscoli, dépliant pubblicitari; tra le riviste, si segnalano le copertine per «aut aut», «Cultura sovietica», «il Caffè» e «Tempo presente». Nel 1954 vince il premio di design Compasso d’Oro, stesso anno in cui è insignito della medaglia d’oro per il lavoro svolto in occasione dell’VIII Triennale milanese. Lavora per La Rinascente insieme a Sambonet e Munari, e realizza per altre aziende simili marchi e logotipi (Olivetti, Nava, Murano, Esselunga, Coin, etc.); si occupa di alcuni progetti anche per Feltrinelli. Cura inoltre la veste grafica per film di Antonioni e Olmi. Nel 1958 vola a New York come relatore del I Seminario internazionale della tipografia, occasione di incontro con i maggiori graphic designers di tutto il mondo, e due anni dopo è designato per lo stesso incarico in un’altra conferenza internazionale, la World Design Conference a Tokyo, dove espone alcuni progetti realizzati insieme a Munari ed entra in contatto con i maestri della grafica giapponese. Gli anni Sessanta sono un momento particolarmente prolifico per l’attività espositiva, con mostre a Milano, Amsterdam, Brno, e con la triplice partecipazione alla Biennale International d’Affiches a Varsavia negli anni ’66, ’68, ’70. Negli ultimi anni continua la sua attività di grafico, diviso tra l’Italia e la Svizzera, e in quest’ultima si fa promotore e animatore culturale di varie mostre. Nel 2005 viene istituito a Chiasso dalla Fondazione Max Huber-Kono il m.a.x. museo, completamente dedicato all’opera dell’artista.
Per maggiori informazioni biografiche si rimanda a M. Huber, max huber, progetti grafici 1936-1981, Electa, 1982, e ai siti http://www.sitographics.it/imagini_huber.htm e http://www.centroculturalechiasso.ch/m-a-x-museo/.
[Monica Pesce]