Nanni Balestrini
Nanni
Balestrini
Milano (1935). È nato e cresciuto nel capoluogo lombardo, dove, giovanissimo, è entrato in contatto con intellettuali, critici e artisti come Gillo Dorfles, Piero Manzoni, Enrico Baj e Luciano Anceschi. Dai tardi anni Cinquanta, Balestrini, inizia a collaborare con importanti riviste come «Mac Espace», «Azimut» e «Il Gesto». Nel 1956 è redattore de «il verri» sin dal primo numero. Diventa presto uno dei maggiori collaboratori delle attività della rivista, sia come consulente delle Edizioni promosse dal periodico, sia come promotore culturale di un gruppo di giovani intellettuali che formeranno negli anni successivi il Gruppo 63. Esordisce nel 1961 con la raccolta poetica Il sasso appeso, e, nello stesso anno è incluso nell’antologia curata da Alfredo Giuliani, I novissimi. Poesie per gli anni Sessanta. In questo periodo inizia a collaborare con la casa editrice Feltrinelli e si dedica alla poesia verbovisiva, esponendo i suoi Cronogrammi alla Libreria Ferro di Cavallo di Roma. Il suo carattere di sperimentatore radicale lo conduce alla realizzazione di poesie sonore e virtuali, con la collaborazione del laboratorio di Fonologia della RAI di Milano e di Umberto Eco. Nel 1963 è tra i fondatori del Gruppo 63 nello storico Convegno di Palermo. Si dedica in questo periodo, oltre alla poesia lineare (Come si agisce, Feltrinelli 1963), anche al teatro sperimentale (Imitazione, Sala Scarlatti di Palermo; Contrappunto dialettico alla mente, testo per un’opera di Luigi Nono; Mutazioni, balletto realizzato con Vittorio Fellegara e Achille Perilli). Negli anni della neoavanguardia è tra gli autori maggiormente attivi ed eclettici, dividendo le proprie energie nella produzione di opere di poesia lineare (Altri procedimenti, Scheiwiller 1965; Ma noi facciamone un’altra, Feltrinelli 1968), di narrativa (Tristano, Feltrinelli 1966; Vogliamo tutto, Feltrinelli 1971), di poesia visiva (I muri della Sorbona, Roma 1968; Poesia concreta, mostra collettiva di Roma, 1969), di poesia sonora, di teatro (Improvvisazione, Roma 1965; Invocazione, Roma 1966; Grammatica Non Stop Teatro, Roma 1967, con Achille Perilli), nella curatela e sponsorizzazione delle teorie del Gruppo 63 (Gruppo 63. 34 scrittori, Feltrinelli 1964; Il Gruppo 63. Romanzo sperimentale, Feltrinelli 1966) e nel lavoro editoriale per la casa editrice Feltrinelli. Fino alla morte di Giangiacomo Feltrinelli, Balestrini ricopre, infatti, l’incarico di direttore della sede romana della casa editrice, oltre che quello di responsabile delle collane Materiali e Franchi Narratori. In questi anni si intensificano i suoi rapporti con la sinistra extraparlamentare (partecipa alla fondazione di Potere operaio e al movimento Autonomia operaia) e lavora anche come sceneggiatore cinematografico e come autore di radiodrammi. Continua la sua produzione verbovisiva, esponendo negli anni in importanti mostre personali (1972, X Quadriennale di Roma, 1986, XI Quadriennale di Roma; Plis, Milano 1991; Warfax, Milano 1991; Bateaux, Milano 1992; Fax poem, Teramo 1992, Paesaggi verbali, Modena 2002; Colonne verbali, Roma 2004; Con gli occhi del linuaggio, Roma 2006; Milleuna parole per vedere, Parma 2008; Calendario, Roma 2008; Cosa guardicosa, vuoi vedere…, Napoli 2009; Lalinguafuori, Roma 2010; Rimbalzanoinfinitisantisparpagliati, Genova 2010; Avidochilegge, Milano 2010; Spacca le parole, La Spezia 2010; Bastacani, Venezia 2011; Tristanoil, Milano 2012) e in numerose mostre collettive, tra cui, nel 1990, presso la Biennale di Venezia. Nel 1979, dopo aver fondato la rivista «Alfabeta», si rifugia a Parigi per sfuggire al mandato d’arresto emesso dalla Repubblica Italiana, per l’accusa di associazione sovversiva e banda armata. Sarà assolto nel 1984. Nella capitale francese diventa consulente editoriale prima di Gallimard e poi di Flammarion, e inizia una fervente attività editoriale. Ricchissima, in questa ultima fase della sua attività, è la produzione in prosa (La violenza illustrata, Einaudi 1976; Gli invisibili, Bompiani 1987; L’editore, Bompiani 1989; I furiosi, Bompiani 1994; Una mattina ci siam svegliati, Baldini e Castoldi 1995; Sandokan, Einaudi 2004), e in poesia (Blackout, Feltrinelli 1980; Ipocalisse, Scheiwiller 1986; Estremi rimedi, Manni 1995; Sconnessioni, Fermenti 2008; Coasmogonia, Mondadori 2010). Dal punto di vista delle collaborazioni editoriali vanno ricordate quelle con Gianfranco Baruchello (Le ballate della signorina Richmond, Cooperativa Scrittori, 1977; Girano voci, Frullini 2012), con Claudio Parmiggiani (Atlante, Scheiwiller 1970), con Mimmo Paladino (Viaggio, Berardinelli 2007). La produzione verbovisiva balestriniana è oggi parzialmente raccolta dal catalogo Con gli occhi del linguaggio (Mudima e DeriveApprodi 2006) e in Qualcosa per tutti (Il canneto 2010). Nel 2007 ha ricevuto dal DAMS di Bologna il Premio alla Carriera, mentre nel 2012 la rivista «Resine» ha pubblicato un numero speciale sulla sua intera attività.
[Federico Fastelli]