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Quintino Scolavino


Quintino

Scolavino

Quintino Scolavino nasce a Bagnoli-Irpino nel 1945 e dagli inizi degli anni Cinquanta vive a Napoli, dove svolge la sua poliedrica attività artistica. Nel 1966 è tra i fondatori del Gruppo Studio P. 66; con gli altri membri del gruppo redige il Manifesto dell’UNIFILM ed attiva show-off, proiezioni di diapositive e film in diverse città del meridione. Nello stesso periodo collabora alla rivista «NO» diretta da Luca (Luigi Castellano) e partecipa ad alcune mostre della Prop­Art. Nel 1968, con Crescenzo Del Vecchio, presenta al Teatro ESSE, uno dei più importanti teatri d'avanguardia, una mostra che ha le caratteristiche di uno spettacolo teatrale, La presa del comodino. Nel 1969 attiva i Cavalletti Relativi, caratterizzati da un conge­gno che svolge un rotolo di carta sul quale scorre la scrittura; dal 1969 al 1975 produce i Servomeccanismi, delle protesi integrative degli organi sensori, e dal 1974 al 1977 realizza delle false tele antiche. Si occupa per un breve periodo anche di video arte e aderisce al Centro de Arte y Comunicación di Buenos Aires. Negli anni Novanta realizza un progetto collettivo dal titolo Orologio ad acqua, assieme agli artisti Errico Ruotolo, Antonio De Filippis, Carmine Rezzuti, Gabriele Castaldo, e allo scrittore Gabriele Frasca; il progetto mira a risarcire la distanza fra gli oggetti d'arte e i fruitori, ma anche fra il discorso artistico e quello scientifico, nei luoghi e paesaggi urbani di Napoli legati alla scienza: Orologio ad acqua, presentato all'Acquario di Napoli nel 1995, è anche il titolo del primo degli interventi progettati, che prevedono l’interazione tra installazioni e performance pensate appositamente per l'occasione. Dall’evento nasce anche un libro illustrato, realizzato dalla casa editrice Il Laboratorio di Nola, contenente serigrafie dei cinque artisti e un testo di Frasca. Con Il Laboratorio, e assieme a Rezzuti e De Filippis, Scolavino aveva realizzato anche il volume Punto focale, con testi di Bruno Corà e Arcangelo Izzo nel 1989. Nel 1996 il gruppo di Orologio ad acqua realizza Sidereus Nuncius, presso l'Osservatorio Astronomico, e La Flors Enversa, presso l'Orto Botanico; nel 1997 Rooms with no door e L’uomo della folla nel 1998. Nel 1999 il progetto si conclude con una nuova iniziativa dal titolo Viaggiatori senza bagaglio al Museo Ferroviario di Pietrarsa e documentato nel volume eponimo curato da Achille Bonito Oliva (CHARTA, 1999). Scolavino ha successivamente  partecipato ad altre performance artistiche, letterarie e musicali come la rassegna Stanze, al teatro di Villa Patrizi a Napoli, assieme a Frasca e Roberto Paci Dalò. Diverse sono le opere permanenti realizzate dall’artista, tra queste lo Strabico, situata nella stazione della metropolitana Salvator Rosa di Napoli; nel 2007 inaugura insieme ad altri artisti italiani e stranieri il “Parco del Contemporaneo” presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte con un’altra opera permanente, Orsa maggiore.

Per una bibliografia sull’attività dell’artista si rimanda al sito www.quintinoscolavino.it, e si veda anche la nota critico-biografica di A. Spinosa su www.marcianoarte.com.

[Giovanna Lo Monaco]