Remo Squillantini
Remo
Squillantini
Remo Squillantini (Stia, 20 novembre 1920 – Firenze, 6 agosto 1996) consegue la licenza di scuola media inferiore poi, a causa delle difficoltà economiche della famiglia, è costretto a non proseguire gli studi e a lavorare presso un lanificio locale. Nel 1938 si reca a Milano in cerca di lavoro e dopo poco tempo si impiega come operaio presso lo stabilimento industriale Ilva. Nel frattempo frequenta una scuola serale e si diploma in disegno tecnico. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale si arruola nell’esercito, poi viene assunto come disegnatore tecnico dall’industria aereonautica Caproni. Nel dopoguerra si sposta a Milano e frequenta l’ambiente artistico di Brera, inoltre si dedica alla pittura ma, poiché i suoi quadri restano invenduti, è costretto a ritornare a Stia. Nel 1948 giunge a Firenze e conosce Vicinio Berti, segue per un anno i corsi della scuola di nudo all’Accademia di Firenze e in seguito intraprende, insieme a Berti, la carriera di illustratore per alcune case editrici, fra cui la Vallecchi e la Salani. Per quest’ultima Squillantini illustra numerosi libri per bambini, fra i quali si segnalano Un ragazzo contro Cartagine di Gino Chelazzi (Salani 1953), Studentesse d’oltre oceano di Jean Webster (Salani, Firenze 1954), Verso il sereno di Saint Avit (Salani, Firenze 1955), Viaggio al centro della terra di Jules Verne (Salani, Firenze 1965), Oliver Twist di Charles Dickens (Salani, Firenze 1965). Nel 1949 Squillantini si dirige nuovamente a Milano, portando con sé una cartella di disegni e mostrandola alle maggiori case editrici, dalla Fabbri alla Sorgente alla Mondadori. Prende un appartamento a Firenze, in via Gioberti, e facendo la spola fra Firenze e Milano riesce a lavorare contemporaneamente per più case editrici. Per la Mondadori realizza un’enciclopedia naturale, Anfibi e rettili (Mondadori, Milano 1971), che ha un grande successo anche in campo internazionale, e che gli consente di ottenere una prestigiosa commissione in merito a un lavoro sulla Bibbia, la quale però viene rifiutata. A partire dagli anni ʼ70 Squillantini decide di porre fine all’attività di illustratore e di dedicarsi completamente alla pittura. Espone in mostre sia personali che collettive in tutta Italia, da Albisola («Balestrini Centro Culturale Arte Contemporanea») a Viterbo («Galleria Naos»), da Torino («Galleria Davico») a Brescia («Galleria Schreiber»), da Genova («Galleria Banel»), a Padova («Galleria Santacroce 2» e «Galleria Esedra»), inoltre la sua opera pittorica attira ben presto l’attenzione di personalità quali Alfonso Gatto (Remo Squillantini, Catalogo della mostra. Il Catalogo, Salerno, marzo 1987), Mino Maccari e Mario Luzi, con il quale realizza il volume Semiserie (Il Catalogo, Salerno 1979).