Virgilio Guidi
Virgilio
Guidi
(Roma 1891 - Venezia 1984). Guidi è un pittore, poeta e saggista italiano. Nel 1904 frequenta la Scuola libera di pittura, che dopo due anni abbandona per fare pratica di pittura nella bottega del restauratore e decoratore romano Capranesi. Nel 1911 si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Roma e due anni dopo ha inizio l'attività espositiva. Costretto da necessità economiche familiari, si impiega come disegnatore presso il Genio civile a Roma, ma continua a dedicarsi alla pittura: nel 1924 espone alla Biennale, dove riceve l'attenzione degli artisti del gruppo di “Valori Plastici”. Nei primi anni Venti frequenta la “terza saletta” del Caffè Aragno e, all'interno di questo stimolante ambiente, stabilisce un rapporto di amicizia con Vincenzo Cardarelli, che prosegue anche dopo il trasferimento del pittore a Venezia nel 1927. A inizio anni Trenta occupa Villa di Stra per fondarvi una scuola libera e un centro di cultura moderna (1931). Nel 1933 collabora alla rivista «Quadrante», curata da Massimo Bontmpelli e Pier Maria Bardi, ed esce, a cura di Guidi stesso e Juti Ravenna, il primo ed unico numero de «Il Foglio di Venezia». Nonostante lo scarso successo di questo progetto, non abbandona l'attività nell'ambito delle riviste e quattro anni dopo pubblica il «Bollettino d'arte». Nel 1935, chiamato ad insegnare all'Accademia di Belle Arti, si trasferisce a Bologna. L'anno successivo, in occasione di una sua personale alla Galleria del Milione di Milano, conosce Alfonso Gatto, che cura poi la prefazione della sua prima monografia (Virgilio Guidi, Hoepli 1947). Durante la guerra, inizia a dedicarsi alla scrittura poetica, anche se pubblica i primi versi solo nel 1959 con la raccolta Spazi dell'esistenza (Rebellato), a cui seguono poi i volumi La ragione di essere (Poliedro 1967), Poesie (Rebellato 1968), L'ingiuria delle nubi (Rebellato 1973), L'età improbabile (Rebellato 1979). Nel primo dopoguerra si interessa alla litografia e compone le serie Figure nello spazio e Marine, ciclo poi ripreso in edizioni d'arte, come Marine di Guidi/ poesie di Manlio Dazzi (All'Insegna del Pesce d'Oro 1962), Una marina e due poesie (Bucciarelli 1962) e Una marina e una poesia (Bucciarelli 1971), entrambi con poesie dello stesso pittore. Nel 1950 prende parte al movimento spaziale, animato da Lucio Fontana. L'attività pittorica prosegue con la realizzazione di grandi cicli tematico-compositivi ricorrenti (“Figure nello spazio”, “Angoscia”, “Presenze”, “Teste”, “Tumulti”) e si affianca alla produzione poetica; talvolta, le due attività vengono portate avanti in parallelo, con la realizzazione di volumi di sue poesie da lui stesso illustrate, come Ventidue poesie e cinque incisioni (Bucciarelli 1964), Pensieri, poesie e ventidue disegni, a cura di Sergio Grandini (Giulio Topi 1972), Amore ha gli occhi della pena: poesie e disegni (Giulio Topi 1974), Poesie e incisioni (Giulio Topi 1974), Le Metamorfosi con tre lineografie (Edizioni del Torchio d'Amore 1979), La notte e un passaggio d'eventi: dieci poesie inedite con una nota critica di Andrea Zanzotto (S.A. Natale Mazzuconi 1979) e Virgilio Guidi: quattro liriche in quattro acqueforti (R. Sommaruga 1982). L'importanza che progressivamente la scrittura assume è testimoniata dalla sua partecipazioni nella doppia veste di poeta e pittore al “Giugno Leopardiano” a Recanati del 1972. Nel frattempo prosegue intensamente la sua ricerca pittorica, intraprendendo nuovi cicli (“Architetture cosmiche”, “Nuove figure”, “Alberi”, “Figure agitate” e “Figure inquiete”, “L'uomo e il cielo”), in cui sperimenta nuove soluzioni stilistiche, tra le quali si distinguono le tele monocrome.
Guidi, inoltre, illustra anche opere altrui. Correda con un'acquaforte La libertà non muore di Libero Toracca (Bucciarelli), con uno studio Poesie scelte di Mario Stefani (Rebellato 1962), con due incisioni L'apres-midi d'un faune di Mallarmè, nella traduzione di Alvaro Valenti (Bucciarelli 1963), con dodici litografie Dalle Georgiche di Virgilio, a cura di Mario Ramous (Cappelli stampa 1963) e con un disegno Poesie brevi e d'amore di Ugo Fasolo (All'Insegna del Pesce d'Oro 1963). Partecipa con altri artisti alla realizzazione del volume L'uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo (Edizioni Verona 1963). Illustra Parole ad una ragazza di Piero M. Garbizza (Scuola grafica del Centro Arti e Mestrieri della fondazione G. Cini 1965), Alleluja e altre prose natalizie di Luigi Santucci (Bucciarelli 1966), Il Giudizio delle dee di Luciano Samosata (Bucciarelli 1967), Città dondolante: poesie a Venezia di Ugo Stefanutti (La vernice 1969) e Le sere così lente di Irma Zori (Rebellato 1969). Collabora all'edizione dell'Antologia del Campiello millenovecentosessantanove con testi di Giorgio Bassani, Giulio Cattaneo, Giuliano Gramigna, Stelio Mattioni, Giuseppe Raimondi e con prefazione di Carlo Bo (Fondazione G. Chini 1969), di Chemin de Croix di Jacques Maritain, con quattordici acqueforti di diversi artisti (Bucciarelli 1974), di Una nuvola rossa di Silvio Branzi (Rebellato 1978), di Pietra di luce: poesie di Karol Wojtyla, nella traduzione di Aleksandra Kurczab e Margherita Guidacci (Libreria Editrice Vaticana 1979), di La treccia di paglia, monologo di Riccardo Bacchelli (S.A. Natale Mazzuconi 1980), di Apocrifi biblici moderni di Gianfranco Nolli (Libreria Editrice Vaticana 1981) e di Le nuvole colombe di Irma Zorzi (All'Insegna del Pesce d'Oro, 1984). La sua sensibilità per le interrelazioni tra letteratura e arti figurative è inoltre confermata da volumi in cui le sue poesie sono illustrate dalle opere di un altro artista: Zigania: sei litografie. Guidi: poesie (Il Collezionista 1965) e Giulia e il teatro degli occhi, con dipinti e disegni di Anna Addamiano (Carte Segrete 1981).
Per maggiori informazioni di rimanda al catalogo Virgilio Guidi, a cura di Marco Rosci, Milano, Mazzotta, 1991 e il più recente Virgilio Guidi: grandi opere (1948-1993), a cura di Michele Beraldo e Dino Marangon, Torino, Allemandi, 2013. Per quanto riguarda l'opera grafica si veda inoltre Mostra antologica della grafica di Virgilio Guidi a Oslo, Milano, Arpe 1983.
[Sandra Zinone]