Documento – Sud. Rassegna di arte e di cultura di avanguardia
Documento Sud è la prima importante rivista legata al gruppo neoavanguardista napoletano, riunitosi dapprima intorno ai pittori del Gruppo 58 (Mario Colucci, Lucio Del Pezzo, Guido Biasi, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, Luca, Mario Persico, Franco Palumbo), poi apertosi al contributo di poeti, intellettuali e teorici d'avanguardia come Stelio Maria Martini e Luciano Caruso. La rivista fu fondata a Napoli nel 1959 da Luca (Luigi Castellano) e vide come redattore di quasi tutti i numeri Guido Biasi, poi affiancato da Stelio Maria Martini. L'esperienza di Documento Sud e della successiva Linea Sud è di fondamentale importanza per la storia della poesia verbo-visiva italiana e per le interconnessioni tra poesia e immagine, programmaticamente ricercate dall'avanguardia napoletana. Ogni numero è aperto da un editoriale firmato da Luca e ospita testi ed opere visive, definite nell'indice con il termine di cliché. La rivista propone inoltre, in anticipo sul panorama nazionale, un recupero e una radicale rilettura del Futurismo.
Il primo numero, in verità un "numero unico in attesa di autorizzazione del Tribunale di Napoli", senza data [ottobre 1959], riporta in copertina il motto “scetateve guagliune ‘e malavita”, che ne costituisce una sorta di titolo. All'interno troviamo testi di: Pierro Jorre de Saint Jorre, Ivo Michiels, Edoardo Sanguineti, M. Smith, Alexandre Henisz, Homer Rackover, Riccardo Barletta, Marcello Andriani, F.T. Marinetti, Gaston Fidèle, Francis Picabia, Mario Persico e Guido Biasi. Nel numero sono presenti clichè di E. L. T. Mesens Peverelli, Enrico Baj, Guido Biasi, Lucio del Pezzo, Bruno di Bello, Carlo del Pozzo, Sergio Fergola, Libero Galdo, F.T. Marinetti, Luca, Francis Picabia, Franco Palumbo, Mario Persico. Nell'editoriale Luca specifica che questa «non è una rivista, ma un documento». Questo primo numero, infatti, «è realizzato come un incontro fra artisti che cercano di enunciare intenzioni nuove e precise nel clima di una collaborazione non intesa come movimento uniforme ma come uno sforzo unanime di risolvere, con ogni possibile arma e proposta sperimentale, i problemi dell’arte d’avanguardia, particolarmente nel nostro paese». I corrispondenti di questo numero sono Baj (Milano), Sanguineti (Torino), J.J. Label (Bruxelles), Edouard Jaguer (Parigi) e E.L.T. Mesens (Londra).
Il numero due, titolato con un brano, debitamente ricombinato, della canzone napoletana Lily Kangy di Capurro e Gambardella - «chi me piglia pe’ francese/ chi mi piglia pe’ spagnola/ io so nata o’ Conte e’ Mola/ mett’a’ coppa a chi vogl’io» - ospita testi di: Persico, Baj, Lebel, Andriani, Crispolti, Barletta, Castellano, Jaguer e Biasi. I clichès sono di: Luca, Galdo, Palumbo, Trubbiani, Pollock, Alfano, Baj, Brauner, r. d’Haese, Lebel, Reuterswärd, Dubuffet, Verga, Gruppo ’58, Barisani, C. del Pozzo, Massey, Fergola, Biasi, L. Del Pezzo, Viscardi, Freda, di Bello, Persico, Jaguer, Colucci. Nell'editoriale del secondo numero Luca invita a riflettere sul fatto che: «il mondo seguiterà a girare: soltanto, che noi possiamo affermare con certezza che nei secoli, di sicuro, c’è stato e ci sarà sempre un solo principio che determina tutte le azioni finite di questo mondo: LA RIVOLTA». Da segnalare Contre le bon Gout, Contre le sens commun, Contre l’higiène mentale, Contre lo bon sens: per una Malavita artistica nel SUD, estratto da Statuto di Documento-Sud e l'inserto in carta fucsia del Manifesto contro la ragione del Gruppo 58.
Il numero quattro è titolato con un brano della canzone napoletana 'O cantastorie: “‘A bbona ‘e ddio! – fa isso – O moro o campo!”. Nel numero si segnalano un estratto del Manifeste de Naples del Gruppo 58; Il Documento –Sud, una sorta di storia dell’avanguardia a Napoli; i clichès di Baj, Man Ray, Paolozzi, Picabia, di Bello, Martini, Biasi, Langois, Galdo, Fergola, Bertini, Kalinowski e Cene. Da menzionare anche gli scritti Noi in rivolta di Luigi Finizio, Au fur et à distance di Lacomplez, Negatività dell’intelligenza di Persico, Luna di miele della “nouvelle vague” dell’architettura italiana d’oggi di Luca e la rubrica Invettive di Biasi dedicata all’astrattismo.
Il numero cinque non presenta scritte in copertina, la cui composizione e impaginazione è realizzata da Persico. Da questo numero Stelio Maria Martini entra a far parte della redazione. I corrispondenti sono Baj (Milano), Sanguineti (Torino), Trubbiani (Roma), Lacomplez (Bruxelles), Biasi e Jaguer (Parigi), Mesens (Londra), Ilinas (Cuba). Il numero ospita, oltre all'editoriale di Luca, Situazione Sud, alcuni clichès di Baj, Zimmermann, Cena, Caniaris, Wetzel, Di Bello, Inios Pabi, Max Ernst, Persico, Blasi, Fahlström, Revel, Del Pezzo, Kalinowski, Copley. Da segnalare le poesie e i poemi: Parabola di Martini, Opus ethicum (tratte da La dolce vita e da Eidos notturno) di Sanguineti, Le temps des ruines di Lacomblez, Concernant la discipline à bord di Stelio Maria Martini, A torto o a ragione di Mesens, «All’ora immateriale del raduno dei ponti» di Andriani, 1° appunto (sul senso dell’arte) di Persico, oltre agli scritti «fermo restando che il faut décourager l’art, l’unico modo d’occuparsi non ridicolmente di essa è farla» di Martini, un testo congiunto di Baj e Mesens su Nelson Copley e l'“invettiva” di Biasi sul senso dell’espressione “letteratura contemporanea”.
Il numero 6 non presenta motti in copertina. La redazione è composta da Persico, Biasi e Martini mentre i corrispondenti sono Baj (Milano), Sanguineti (Torino), Lacomblez ( Bruxelles), Biasi e Jaguer (Parigi), Mesens (Londra), Ilinas (Buenos-Aires), Von Holten (Stoccolma). Il numero è aperto da un editoriale molto duro e privo di firma, anche se presumibilmente di mano di Luca. Questo l'attacco: «Questa è la rivista di una setta. Non illudetevi che vi daremo tregua, razza di pecore. Il vostro è un valore quantitativo: siete in troppi; in troppi, ma tutti di specie ovina». Da segnalare gli scritti di Sergio D’Angelo, Un centenario dell’Indipendenza; Delire des ombres, di Thiercelin; Apologia dell’interrogazione di Biasi; il Proclama di Luca con citazioni dal Manifesto dell’architettura futurista di Sant’Elia, lo scritto di Walter Fedler Realismo socialista nella Repubblica Democratica Tedesca. Tra i molti autori di clichès si segnalano: Mesens, Fergola, Andriani, Boucher, Max Ernst, Lucio Del Pezzo; Persico, Toyen, Petersen, Baj, Lacomblez, Biasi, Kurt Leonard. La doppia pagina centrale, stampata in verticale, è dedicata a Franz Picabia di cui abbiamo la riproduzione di un’opera e nove citazioni di altri autori che parlano di lui (Apollinaire, Breton, Estienne, Fricker, De Massot, Olga Picabia, Seuphor, Tapié).