Silence’s weke
Nei progetti di Luciano Caruso, che ne fu ideatore e direttore, «Silence's weke» doveva essere un trimestrale capace di distinguere e puntualizzare la prassi realmente contestativa e rivoluzionaria dell'attività verbale e visuale delle neoavanguardie, in continuità con le esperienze di «Documento Sud», «Linea Sud» e del gruppo di «Continuum». In realtà la rivista si limitò ad un solo numero (numero unico in attesa di autorizzazione) datato gennaio – marzo 1973 (dim. 31,5 x 31), pubblicato dall'editore Giuseppe Morra di Napoli. «Silence's Weke» rappresenta non perciò un documento prezioso che testimonia della collaborazione di Caruso con Stelio Maria Martini, Emilio Villa, Giuseppe Desiato, Enrico Bugli, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Martino e Anna Oberto, Maurizio Nannucci ed altri importanti animatori della temperie avanguardista connessa con la sperimentazione verbo-visuale. La rivista si segnala anche per l'apertura internazionale con la partecipazione di artisti visivi come Jiri Kolar, Jochen Gerz e altri artisti tedeschi. Nell'editoriale, intitolato significativamente Sommario dei luoghi comuni dell’ideologia delle minoranze che esprimono il meglio del paese Caruso descrive una situazione culturale, quella italiana, nella quale il potere isola e descrive come isolati e marginali tutti i fenomeni che esprimono insofferenza e malessere nei confronti della stagnazione politica, sociale e intellettuale del Paese. Si condannano altresì le collaborazioni di uomini di sinistra con «mercanti di destra», ovvero quegli intellettuali che programmaticamente credono di poter combattere e criticare il potere «dal di dentro», lasciandosene assorbire. Dall'altro lato, Caruso si dimostra severissimo critico pure di artisti come Isgrò, Sarenco, Vaccari e Miccini, rei di politicizzare in maniera diretta la propria arte soltanto a fini di autoaffermazione personale: «ci troviamo di fronte all’utilizzazione in chiave terroristica delle teorie marxiste-leniniste-maoiste ai fini del successo (di mercato) personale, che è il modo più banale e squallido per tradire la propria natura piccolo-borghese» (p. 10). Di opportunismo politico e sprovvedutezza teorica è pure accusato Renato Barilli ed altri esponenti del Gruppo 63. Dall'esperienza di «Silence's weke» nasceranno quaranta volumetti detti "Patterns" pubblicati dallo stesso Giuseppe Morra per la cura di Luciano Caruso. Tra gli autori pubblicati: Martini, Caruso, Diacono, Marinetti, Bugli, Villa, Desiato, Miccini, Accame, Della Casa, Parmiggiani.
[Federico Fastelli]